GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI STUDENTI

Era il 1941, piena guerra mondiale, quando per la prima volta il 17 novembre fu istituita la “Giornata internazionale degli studenti”, che da allora è stata mantenuta viva dalle associazioni studentesche internazionali per rivendicare il diritto allo studio e il diritto di espressione, il multiculturalismo e l’inclusività della scuola.
La ricorrenza mette radici nei tragici fatti dell’autunno 1939 a Praga, quando 1200 studenti cecoslovacchi furono deportati dai nazisti nei campi di concentramento dopo una manifestazione contro il regime.
Sono passati 80 anni da allora, molte cose sono cambiate e insieme ai tempi cambiano anche le priorità, le esigenze e le richieste degli studenti.
Restano però invariati la centralità del diritto allo studio, l’importanza della scuola per l’individuo e per la comunità, il senso profondo, per certi versi dirompente dell’inclusività e del multiculturalismo. Restano anche invariati la sensibilità e la fragilità del mondo scolastico, il primo a percepire gli eventi storici e le evoluzioni culturali, il primo a vivere le crisi e a trasformarle in opportunità, ma anche tra i primi a soffrirne le conseguenze, siano esse culturali, sociali o organizzative. Lo riscopriamo ogni giorno in questo 2020, a ottant’anni dai fatti di Praga.
Ma se c’è un luogo che include tutti e che trasforma le diversità in esperienza invece che in discriminazione, se c’è un luogo in cui si fondono le culture e i culti, le tradizioni e le idee, i diritti e i doveri, la disciplina di gruppo e gli orizzonti infiniti, se c’è un luogo in cui non ci sono colori, provenienze, lingue o tratti somatici ma solo ed esclusivamente compagni di classe, quello è l’aula di una scuola.
Anche, e anche di più, in un polo dell’infanzia.