DOPO L’ASSEMBLEA DEI GENITORI

Eravamo in tanti lunedì sera 5 novembre all’Assemblea generale dei genitori del Polo dell’Infanzia.

Eravamo 116 mamme e papà oltre al personale della Scuola e ai componenti del Comitato di Gestione. Abbiamo detto e fatto cose importanti per l’anno scolastico 2018/2019, abbiamo parlato dell’identità del Polo, del piano formativo e dei progetti didattici speciali che animano e arricchiscono il percorso, abbiamo conosciuto meglio le sezioni e abbiamo eletto i rappresentanti.

Ai 116 genitori presenti su 186 bambini frequentanti (circa il 60%) và il nostro ringraziamento per aver dedicato un paio d’ore alla scuola e soprattutto ai nostri/vostri bambini.

Grazie alle insegnanti (nido e infanzia), alle addette dell’area servizi (segreteria, cucina e pulizie) e alle loro coordinatrici, che si sono presentate per nome e per ruolo, ad una ad una, perché è importante per un genitore sapere con chi passa le giornate il proprio figlio.

Grazie al Comitato di Gestione, che magari si vede poco ma c’è e lavora costantemente per la scuola, e grazie al Sindaco, che ci ha portato il saluto e il supporto dell’Amministrazione Comunale.

Grazie ai nuovi rappresentanti di classe, che (chi più chi meno spontaneamente…) hanno dato la propria disponibilità per svolgere questa importante funzione di tramite tra scuola e famiglie, funzione delicata e preziosa che può essere interpretata efficacemente solo con l’aiuto di tutti.

Grazie al Comitato Genitori del Polo, che anche quest’anno ha preso forma, ed al suo nuovo Presidente, Camilla Zen, a cui facciamo i migliori auguri di buon lavoro con l’appoggio della scuola, la cooperazione degli altri rappresentanti e il solido sostegno dell’instancabile predecessore, Laura Roncari.

Grazie alla coordinatrice didattica, Elisa Giuliari, per la piacevole e ricca presentazione con cui ha preso per mano l’assemblea e l’ha condotta a passeggio tra gli scenari, gli orizzonti e le sfumature del mondo educativo da zero a sei anni.

E grazie a don Giampaolo Marta, legale rappresentante ma soprattutto compagno di viaggio, per il clima sereno, suggestivo e costruttivo che le sue parole riescono sempre a creare all’inizio delle nostre riunioni. Ieri ci ha raccontato una storia, per dirci che ognuno di noi, con le proprie scelte e con la propria volontà, è importante e può fare la differenza. La storia era questa:

C’era una volta un eremita vecchio e saggio che viveva in cima a una montagna. Era famoso tra la gente perché poteva rispondere anche alle domande più difficili sulla vita. Diceva sempre e solo la verità. Ma, tra i giovani, c’erano alcuni che dubitavano.

Una volta uno di questi giovani disse ai suoi amici che sarebbe andato dall’eremita e lo avrebbe preso in giro confondendolo con le sue domande. Il giovane aveva in mano un uccellino indifeso. Disse ai suoi amici: “Andrò dal vecchio e terrò le mani nascoste dietro la schiena. Gli chiederò se l’uccellino è vivo o morto. Se dirà che è morto, gli mostrerò che è vivo. Se dirà che è vivo, schiaccerò l’uccellino nel pugno e gli mostrerò che sbagliava”. Così, il giovane andò dal vecchio saggio e lo chiamò. L’eremita rispose: “Sono qui, figliolo” “Voglio farti una domanda”, disse il giovane, nascondendo l’uccellino dietro la schiena. L’eremita gli fece un cenno di assenso.

Il giovane disse: “Dietro la schiena ho un uccellino. Voglio sapere da te se è vivo o morto”.

Ci fu un breve silenzio, poi il vecchio saggio lo guardò e gli rispose: “È come tu desideri, figliolo”.

E noi che scuola desideriamo?

Una scuola solida, onesta e ambiziosa. SOLIDA nella struttura, nei conti, nelle regole e nella prospettiva. ONESTA nell’identità e nello stile, nel dichiarare i propri principi e i propri valori e nel perseguirli con coerenza e tenacia tutti i giorni. AMBIZIOSA nel puntare sempre più in alto, nel migliorare continuamente, nel ricercare le proprie imperfezioni e le opportunità di perfezionamento e soprattutto nel costruire oggi, al meglio, il futuro nei nostri bambini e della nostra comunità.

La scuola è nelle nostre mani. Com’è allora la nostra scuola? È come la desideriamo.

(Il Presidente Alberto Vicentin)