LA PRIMA NEVE

Dicembre è il mese del Natale.
È il mese di Gesù Bambino e, con lui, di tutti i bambini.
È il mese dell’attesa, degli occhi spalancati davanti alle luci e alle decorazioni, delle musiche calde e dei coinvolgenti canti in coro. Delle preghiere e delle buone intenzioni. Dei doni, dagli affetti e di quella vocina che bisbiglia “siamo tutti più buoni”.
Dicembre è una lunga, avvolgente e trepidante Vigilia.
E proprio quando si fa strada il timore che quest’anno dicembre passi sotto tono, che per tutti, e soprattutto per i bambini, le prossime feste non siano davvero feste, che questo Natale insomma sia meno Natale del solito, ecco che nella notte, senza far rumore, come nelle fiabe più belle, arriva il regalo della neve.
Un regalo per ogni bambina e per ogni bambino che al risveglio, guardando fuori dalla finestra, restano “immagati” davanti al mondo vestito di bianco.
Un regalo per il Polo dell’Infanzia dove bisogna liberare gli ingressi, scavalcare i cumuli, schivare le pozze, riparare i gazebo ribaltati e inventare modi per asciugare calzini e guantini, ma dove poi basta fermarsi un istante dietro ai vetri del salone, bambini e adulti insieme, e resta solo la magia del cortile innevato.
Un regalo per tutti, come a ricordare che qualsiasi cosa ci sia sotto, qualsiasi solco, increspatura e ruga della superficie, qualsiasi timore, graffio e inquietudine della vita, bastano una notte di dicembre e una spolverata di neve per ridisegnare il paesaggio a tinte immacolate e linee morbide.
Non importa quanto dura né quando risuccederà, importa che oggi è successo e che quindi è sempre possibile.
Cosa sono in fondo la Scuola, la Vigilia e il Natale se non un grande viaggio tra le meraviglie del possibile?